Parola alla direttrice del Museo del 900 di Milano
La Struttura al neon di Lucio Fontana nel racconto di Anna Maria Montaldo
Sala Fontana, Museo del Novecento, courtesy © Comune di Milano Ph: Thomas Pagani
Anna Maria Montaldo
16/05/2020
Milano - Buongiorno, sono Anna Maria Montaldo, direttrice del Museo del Novecento di Milano. Ho scelto di presentarvi via video una delle opere più iconiche del nostro museo. La Struttura al neon che Lucio Fontana realizzò nel 1951 per il soffitto dello scalone della IX Triennale di Milano.
Con il suo segno luminoso l’opera sorprende dall’alto il visitatore che entra nella sala che dall’artista prende il suo nome. A chi si affaccia alle sue ampie vetrate, dalla posizione unica, dona uno sguardo inaspettato e privilegiato sulla Piazza del Duomo.
La Struttura è una delle più impegnative installazioni ambientali realizzate da Fontana con il neon. Un arabesco di luce fluorescente composto da decine di segmenti tubolari, piegati a mano che si snodava per 100 metri, sospesa con cavi di acciaio e una controsoffittatura appositamente allestita dagli architetti Baldassarri e Crisotti.
Con quest’opera l’artista concepisce l’impiego di un nuovo mezzo espressivo, la luce al neon, come uno dei raggiungimenti tecnici più significativi del Movimento Spaziale. Il nuovo Concetto spaziale è l’inizio di un’espressione nuova tanto cara a Fontana che a Milano sperimenta il proprio linguaggio artistico.
Lucio Fontana, Struttura al neon per la IX Triennale di Milano, 1951, Tubo di cristallo con neon bianco | Courtesy Fondazione Lucio Fontana
Ed è per lo stretto legame con la città che ho pensato di scegliere quest’opera.
La sala, completamente vetrata, rende ben visibile il neon dall’esterno. Mi piace immaginare che proprio l’opera di Fontana, con il suo sguardo che domina dall’alto, e il nostro museo, proiettato nel cuore della città, abbraccino la piazza ora deserta e siano un segno di speranza e di luce per tutti noi e per il nostro futuro.
Vedi anche:
• Il cosmo oltre la materia. Le profezie di Lucio Fontana
Con il suo segno luminoso l’opera sorprende dall’alto il visitatore che entra nella sala che dall’artista prende il suo nome. A chi si affaccia alle sue ampie vetrate, dalla posizione unica, dona uno sguardo inaspettato e privilegiato sulla Piazza del Duomo.
La Struttura è una delle più impegnative installazioni ambientali realizzate da Fontana con il neon. Un arabesco di luce fluorescente composto da decine di segmenti tubolari, piegati a mano che si snodava per 100 metri, sospesa con cavi di acciaio e una controsoffittatura appositamente allestita dagli architetti Baldassarri e Crisotti.
Con quest’opera l’artista concepisce l’impiego di un nuovo mezzo espressivo, la luce al neon, come uno dei raggiungimenti tecnici più significativi del Movimento Spaziale. Il nuovo Concetto spaziale è l’inizio di un’espressione nuova tanto cara a Fontana che a Milano sperimenta il proprio linguaggio artistico.
Lucio Fontana, Struttura al neon per la IX Triennale di Milano, 1951, Tubo di cristallo con neon bianco | Courtesy Fondazione Lucio Fontana
Ed è per lo stretto legame con la città che ho pensato di scegliere quest’opera.
La sala, completamente vetrata, rende ben visibile il neon dall’esterno. Mi piace immaginare che proprio l’opera di Fontana, con il suo sguardo che domina dall’alto, e il nostro museo, proiettato nel cuore della città, abbraccino la piazza ora deserta e siano un segno di speranza e di luce per tutti noi e per il nostro futuro.
Vedi anche:
• Il cosmo oltre la materia. Le profezie di Lucio Fontana
COMMENTI
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Arezzo | Da maggio 2024 a febbraio 2025
Arezzo, città di Vasari. Un anno di eventi celebra l’autore delle “Vite”
-
Al cinema il film di Wim Wenders dedicato ad Anselm Kiefer
Anselm – La nostra recensione
-
Dal 6 al 12 maggio sul piccolo schermo
La settimana dell'arte in tv, dall'aeroplano di Marinetti a un "enigmatico" Gauguin
-
I programmi dal 29 aprile al 5 maggio
La settimana dell’arte in tv, da Lorenzo Lotto a Chanel
-
Brescia | Dal 23 aprile al 1° settembre al Museo di Santa Giulia
Legacy. A Brescia il viaggio inedito di Gabriele Micalizzi tra linguaggi fotografici e teatri di guerra
-
Venezia | Una prima geografia (politica) della 60. Esposizione internazionale d'arte di Venezia
Alla Biennale di Venezia, Stranieri Ovunque