Dopo 40 anni a Milano una grande mostra dedicata al genio norvegese

Il ritorno di Edvard Munch a Palazzo Reale

Edvard Munch Madonna 1895/1902 Lithograph, 64x48 cm Photo © Munchmuseet - courtesy Palazzo Reale / Arthemisia
 

Piero Muscarà

21/05/2024

Edvard Munch. Il grande maestro dell'espressionismo, il pittore norvegese che con la sua sensibilità incanta il mondo con le sue opere iconiche, torna in Italia con una grande mostra monografica.  A Roma è stato presentato, nella cornice della residenza dell'Ambasciatore della Norvegia in Italia, che ne è anche patrocinatore, il progetto della mostra "MUNCH. L'urlo interiore" che aprirà il 14 settembre a Milano a Palazzo Reale per poi spostarsi nella capitale dove verrà portata a Palazzo Bonaparte dal 18 febbraio 2025. La mostra è prodotta da Palazzo Reale, Comune di Milano - Cultura e da Arthemisia ed è realizzata in collaborazione con il Munch Museum di Oslo. La curatela del progetto è firmato da una dei massimi studiosi al mondo di Munch, Patricia Berman, affiancata in Italia dallo storico dell'arte Costantino d'Orazio (da gennaio '24 anche direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia). Insieme hanno selezionato 100 opere che eccezionalmente arrivano in Italia dal museo norvegese. Tra queste vedremo le litografie de L'urlo (1895) - purtroppo non una del dipinto "più famoso al mondo" - e quella di Madonna (1902). Vedremo anche quadri straordinariamente poetici come La morte di Marat (1907), Notte stellata (1922), Le ragazze sul ponte (1927), Malinconia (1900-1901) e Danza sulla spiaggia (1904).

Emblema dei tormenti esistenziali dell'uomo della Belle Epoque, Munch è - al pari di Picasso, Klimt, van Gogh e di una manciata di poche altre superstar dell'arte mondiale - un pittore universale. Chi non conosce L'urlo ? Ma soprattutto chi non si emoziona davanti alle sue opere, a quei volti scavati, quegli sguardi senz'occhi, quella sofferenza umana, quel travaglio interiore che vivissimo si presenta ancor oggi - intatto, eterno - davanti allo sguardo degli spettatori ?

"Quando due anni fa sono andata a Parigi per la grande mostra di Munch al Musée d'Orsay, ho pianto ininterrottamente durante l'intera visita - racconta Iole Siena, presidente di Arthemisia - ecco il mio auspicio è che con questa mostra a Palazzo Reale faremo piangere moltissime altre persone".

Emozioni dunque, per quello che si annuncia come un "pianto" di grande successo almeno nelle intenzioni dichiarate degli organizzatori, che quanto a mostre super-pop ci hanno abituati a saper coniugare al rigore scientifico della ricerca storico artistica una inconsueta e non così diffusa capacità di costruire storie, raccontare mondi, risvegliando la meraviglia e l'emozione appunto negli spettatori.

"Munch è un artista - spiega la direttrice del museo di Oslo Tone Hansen - che riscuote sempre grande successo di pubblico e un enorme attenzione da parte dei media. Al Museé d'Orsay l'esposizione chiusa nel gennaio del 2023 (Edvard Munch. A Poem of Life, Love and Death - ndr) ha attratto oltre 700mila persone. Un numero record che speriamo sia di buon auspicio per raggiungere grandi risultati a Palazzo Reale a Milano e poi nel 2025 con continuazione a Roma a Palazzo Bonaparte".

Le premesse sembrano esserci tutte del resto. "Sono 40 anni che a Milano non si vede una grande mostra di Munch" - ha spiegato l'assessore alla cultura della città Tommaso Sacchi. E questo già basterebbe a rendere speciale questa occasione che offrirà anche la possibilità di scoprire aspetti meno conosciuti dell'artista come le sue sperimentazioni con la fotografia e con la cinepresa. Non solo, oltre allo spazio "immersivo" che presumiamo servirà per entusiasmare oltre che gli art lovers anche il popolo dei selfie (che si sa va alle mostre per immancabilmente farsi uno scatto al fianco di qualche opera), nella mostra a Palazzo Reale ci sarà un'intera sala dedicata al rapporto di Munch con l'Italia con la presentazione di opere realizzate dall'artista norvegese in occasione del suo Grand Tour nel Bel Paese e di cui ampiamente scrisse nei suoi diari di viaggio Edvard.

COMMENTI