Viaggio in un luogo simbolo degli artisti di Firenze
Restaurata la Cappella di San Luca, gioiello del Cinquecento fiorentino
Cappella di San Luca, parete Est I Courtesy Friends of Florence
Francesca Grego
26/05/2022
Firenze - Torna all’antico splendore uno dei luoghi simbolo della vita artistica di Firenze. Incastonata nel gioiello del Convento della Santissima Annunziata, la Cappella di San Luca o Cappella dei Pittori ritrova finalmente i colori e le forme originari grazie a un lavoro di restauro durato due anni. Brillano nuovamente gli imponenti affreschi di Giorgio Vasari, Santi di Tito e Alessandro Allori, le sontuose decorazioni a stucco, in precedenza totalmente alterate da interventi posticci, come pure le grandi statue realizzate con la rara e preziosa tecnica della terra cruda, le grottesche e i piccoli affreschi monocromi. Torna così a vivere uno dei complessi più affascinanti e meno conosciuti del tardo Rinascimento fiorentino, reso unico dalla raffinata commistione di materiali, tecniche e mani differenti.
Cappella di San Luca, parete Sud con l'affresco della Trinità di Alessandro Allori
Donata a metà del Cinquecento alla neonata Accademia del Disegno, che raccoglieva l’eredità dell’antica Accademia di San Luca di cui avevano fatto parte Leonardo e Michelangelo, la Cappella divenne teatro di solenni cerimonie e animate riunioni, ma soprattutto un luogo identitario della comunità artistica cittadina. Qui furono sepolti maestri come Jacopo Pontormo, di cui si conserva anche l’affresco della Sacra Conversazione staccato dalla chiesa di San Ruffillo, Benvenuto Cellini e più tardi lo scultore ottocentesco Lorenzo Bartolini, nonché Rodolfo Siviero, che fu ministro plenipotenziario per il recupero delle opere d’arte trafugate dai nazisti.
Santi di Tito, Allegoria dell'Architettura con Salomone che ordina la costruzione del Tempio di Gerusalemme I Courtesy Friends of Florence
Oltre a restituire alla Cappella l’aspetto originario, i lavori di restauro sono stati l’occasione per studiarla a fondo, portando alla luce segreti sepolti dal tempo: il vecchio ingresso, per esempio, sostituito all’epoca delle soppressioni napoleoniche, gli stucchi originali, occultati da molteplici strati di scialbature, la delicata finitura a bianco di piombo presente sulle statue e la terra cruda dipinta che caratterizza ben sette opere, un unicum di grande interesse che ritroviamo nella scultura della Carità del Giambologna, nel coro della Basilica della Santissima Annunziata.
Cappella di San Luca, sculture dopo il restauro I Courtesy Friends of Florence
Nonostante i danni subiti durante l’alluvione del ’66 la Cappella ha continuato a ospitare le cerimonie dell’Accademia delle Arti del Disegno. Chi la visita oggi si ritrova a tu per tu con le testimonianze di cinque secoli di storia, ma anche con gustose curiosità. Sull’altare maggiore, per esempio, troneggia il San Luca che dipinge la Vergine realizzato da Giorgio Vasari. Ambientando la scena in un vero studio di pittura del Cinquecento, l’artista aretino abbandonò ogni falsa modestia e attribuì il proprio volto al santo protettore dei pittori.
Cappella di San Luca, veduta d'insieme con l'affresco San Luca dipinge la Vergine di Giorgio Vasari I Courtesy Friends of Florence
Cappella di San Luca, parete Sud con l'affresco della Trinità di Alessandro Allori
Donata a metà del Cinquecento alla neonata Accademia del Disegno, che raccoglieva l’eredità dell’antica Accademia di San Luca di cui avevano fatto parte Leonardo e Michelangelo, la Cappella divenne teatro di solenni cerimonie e animate riunioni, ma soprattutto un luogo identitario della comunità artistica cittadina. Qui furono sepolti maestri come Jacopo Pontormo, di cui si conserva anche l’affresco della Sacra Conversazione staccato dalla chiesa di San Ruffillo, Benvenuto Cellini e più tardi lo scultore ottocentesco Lorenzo Bartolini, nonché Rodolfo Siviero, che fu ministro plenipotenziario per il recupero delle opere d’arte trafugate dai nazisti.
Santi di Tito, Allegoria dell'Architettura con Salomone che ordina la costruzione del Tempio di Gerusalemme I Courtesy Friends of Florence
Oltre a restituire alla Cappella l’aspetto originario, i lavori di restauro sono stati l’occasione per studiarla a fondo, portando alla luce segreti sepolti dal tempo: il vecchio ingresso, per esempio, sostituito all’epoca delle soppressioni napoleoniche, gli stucchi originali, occultati da molteplici strati di scialbature, la delicata finitura a bianco di piombo presente sulle statue e la terra cruda dipinta che caratterizza ben sette opere, un unicum di grande interesse che ritroviamo nella scultura della Carità del Giambologna, nel coro della Basilica della Santissima Annunziata.
Cappella di San Luca, sculture dopo il restauro I Courtesy Friends of Florence
Nonostante i danni subiti durante l’alluvione del ’66 la Cappella ha continuato a ospitare le cerimonie dell’Accademia delle Arti del Disegno. Chi la visita oggi si ritrova a tu per tu con le testimonianze di cinque secoli di storia, ma anche con gustose curiosità. Sull’altare maggiore, per esempio, troneggia il San Luca che dipinge la Vergine realizzato da Giorgio Vasari. Ambientando la scena in un vero studio di pittura del Cinquecento, l’artista aretino abbandonò ogni falsa modestia e attribuì il proprio volto al santo protettore dei pittori.
Cappella di San Luca, veduta d'insieme con l'affresco San Luca dipinge la Vergine di Giorgio Vasari I Courtesy Friends of Florence
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