Mirabilia et Antiquaria: opere per una collezione

Nicola Verlato, Apollo che saetta i figli di Niobe, 2021, olio su tela di lino, 67x100 cm.

 

Dal 23 Maggio 2024 al 07 Luglio 2024

Tivoli | Roma

Luogo: Villa d'Este

Indirizzo: Piazza Trento 5

Orari: 8.45 – 19.45 (ultimo ingresso ore 18.45). Lunedì apertura ore 14.00. Nel caso di lunedì festivi l’apertura è dalle ore 8.45 e il martedì successivo dalle ore 14.00

Costo del biglietto: Ingresso gratuito prima domenica del mese e il 2 giugno

Telefono per prevendita: +39 06 39967900

Telefono per informazioni: +39 0774 332920

E-Mail info: prenotazioni@coopculture.it

Sito ufficiale: http://villae.cultura.gov.it


Negli spazi di Villa d'Este, fino al 7 luglio 2024 l’Istituto Autonomo Villa Adriana e Villa d’Este - VILLÆ ospita Mirabilia et Antiquaria: opere per una collezione, esposizione delle opere degli artisti Stefano ArientiFlavio FavelliNico Vascellari Nicola Verlato, recentemente entrate a far parte della collezione di arte contemporanea dell’Istituto, grazie al bando PAC 2022-2023 della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
 
Insieme, saranno visibili al pubblico anche l’opera dell’artista Petra Feriancová e i lavori di Thomas Braida, Gianni Caravaggio, Francesco de GrandiMariangela Levita, Andrea MastrovitoGiusy PirrottaDavide Serpetti, Luca TrevisaniLuca Vitone, già presenti in collezione e raccolte nell’esposizione permanente dal titolo Deposito d'Arte Contemporanea al Santuario di Ercole Vincitore.
 
L’attività dell’Istituto in ambito contemporaneo è volta a portare nuove narrazioni tra passato e presente, per sensibilizzare il pubblico a diverse esperienze di fruizione dei siti e a una diversa sensibilizzazione dei luoghi.
 
Il progetto espositivo Mirabilia et Antiquaria: opere per una collezione sarà presentato al pubblico e alla stampa in occasione della apertura a Villa d’Este del Giardino dei melàngholi - giovedì 23 maggio 2024 ore 17.30.
“Le continua ricerche nel panorama dell’arte contemporanea e l’acquisizione di opere sono volte a rafforzare il collegamento fra la storicità dell’Istituto e la fruibilità di questi luoghi nel presente - dichiara Andrea Bruciati Direttore delle Villæ di Tivoli -. Il dialogo della nuova collezione con i depositi e le opere in situ sottolinea l’intento a voler proseguire il principio di innovazione e modernità che da sempre caratterizza l’esistenza di Villa Adriana e Villa d’Este, all’avanguardia nel momento della loro fondazione e che hanno dettato i principi dell’estetica nella loro epoca.
Anche l’apertura del Giardino dei melàngholi, che oggi accoglie il roseto con la nuova Rosa Arsa Estensis, è un evento all’insegna della novità che ripercorre le orme del passato, quando nel Rinascimento c’erano collezioni botaniche, rientrando anche nella nostra attenzione contemporanea verso la natura e la biodiversità.”
Il progetto di acquisizione di opere d’arte contemporanea vuole, nel panorama internazionale, valorizzare le esperienze artistiche più significative; inoltre, tutti gli artisti selezionati sono stati scelti perché possiedono le peculiarità identitarie che contraddistinguono i siti che accoglieranno e conserveranno le loro opere: Villa Adriana, Villa d’Este e il Santuario di Ercole Vincitore. Dall’analisi strutturale della rovina, declinata attraverso il codice della colonna, si inserisce infatti il lavoro di Flavio Favelli, Traliccio Tunisi (2019), un assemblaggio plastico che si erge all'interno dell’argomentazione architettonica frammentaria del sito adrianeo. In tale prospettiva anche la riflessione sul mito di Niobe (il più presente in tutti i siti dell’Istituto) dell’opera pittorica di Nicola Verlato, Apollo che saetta i figli di Niobe (2021), che della dialettica con la storia ha fatto il suo fulcro di interesse; così come Stefano Arienti, che nelle opere Amore e Psiche (da Antonio Canova, 1991) e L’incontro (da Andrea Mantegna, 2006) ha posto la sua analisi dell’immagine della riflessione linguistica sulla storia dell’arte. La Natura poi vuole essre il centro del lavoro della problematica cogente di Nico Vascellari che nel suo video A Great Circle (2003) pone al centro dell’indagine il rapporto dell’uomo con i cicli biologici.

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